GEORGE FOREMAN MUHAMMAD ALÍ
🥊The Rumble in The Jungle
The Rumble in The Jungle ("La rissa nella giungla") è stato uno storico incontro di pugilato disputato il 30 ottobre 1974, allo Stade Tata Raphaël di Kinshasa nello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo).

🥊 L'INCONTRO DEL SECOLO
vide George Foremancontro il precedente campione Muhammad Ali: Ali cercava di riottenere il titolo dei pesi massimi, diventando così il secondo a riuscire nell'impresa dopo Floyd Patterson.
L'incontro è considerato uno dei match più importanti, se non il più importante, della storia della boxe, segnò la riconquista del titolo da parte di Ali contro un altro famoso campione. Al match assistettero 60 mila spettatori, mentre fu visto da più di un miliardo di persone in diretta televisiva (all'epoca 1/4 della popolazione mondiale) rendendolo la trasmissione live televisiva più vista della storia fino a quel momento. L'incontro viene ancora oggi trasmesso sui canali sportivi satellitari.
Il promoter dell'evento: Don King, riuscì a far firmare ad Ali e Foreman due contratti separati, promettendo di mettere in palio un premio di cinque milioni di dollari: ma, nonostante la promessa, King non possedeva ancora quella cifra, per cui dovette cercarsi un grande sponsor. Il presidente dello Zaire Mobutu Sese Seko volle ospitare l'incontro nella sua nazione, attratto dalla notorietà che avrebbe dato a sé e al suo Paese.

L'INCONTRO
cominciò alle 4 di mattina ora di Kinshasa, per poter essere trasmesso in diretta televisiva al pubblico americano nella fascia serale (del giorno prima). La trasmissione era commentata da Bob Sheridan, mentre David Frost conduceva le interviste da bordo ring. All'incontro erano presenti numerosi divi del cinema e campioni di boxe, tra cui Ken Norton e Joe Frazier.
Ali cominciò subito al primo round ad attaccare Foreman. Questa strategia era insolita per Ali, che era noto più per la velocità e la tecnica che per la potenza. Lo scontro ravvicinato avrebbe favorito la forza bruta di Foreman, che poteva contare su un potentissimo haymaker in grado di stendere qualsiasi avversario.
Ali sfruttò il suo diretto rapido di destro, colpendo velocemente senza proteggersi con la sinistra, per disorientare Foreman. Questa tattica sorprese Foreman, permettendo ad Ali di colpirlo duramente diverse volte, ma senza danneggiarlo seriamente.
Prima della fine del primo round, Foreman si riprese e cominciò ad assestare alcuni micidiali colpi ad Ali. Foreman era abile a impedire la fuga dell'avversario verso l'esterno del ring: Ali capì che se avesse continuato a tentare di colpire ed allontanarsi si sarebbe stancato ben prima dell'avversario per cui dovette cambiare tattica.

Ali aveva avvisato il suo allenatore Angelo Dundee che aveva un "piano segreto" per l'incontro. A partire dal secondo round, si avvicinò alle corde, appoggiandosi al bordo del ring e opponendo resistenza minima ai colpi di Foreman. Smise di tentare di colpire l'avversario. Questa strategia passiva fu in seguito denominata da Ali rope-a-dope.
Foreman continuò a colpire con forza, nel terribile calore della mattina africana: Ali si limitava a schivare quando possibile, o a bloccare i colpi rendendoli innocui facendo sprecare energie all'avversario.
Ali opponeva poca resistenza, e cominciò ad assestare colpi diretti e precisi al viso di Foreman. I colpi erano più leggeri di quelli dell'avversario, ma il volto di Foreman in breve cominciò a mostrare i segni dei pugni di Ali.

Durante gli scontri diretti, quando i due combattenti si trovavano corpo a corpo, Ali si appoggiava all'avversario con tutto il suo peso, oppure cercava di tenergli abbassata la testa colpendo sul collo: questa mossa disorientava l'avversario, e potenziava l'effetto dei pugni sulla testa aumentando le possibilità di un knock out.
Ali inoltre durante gli "agganci" provocava continuamente Foreman, sfidandolo a dare pugni più forti, cosa che faceva imbestialire Foreman che accecato dalla rabbia metteva più energia nei colpi.
Dopo alcuni round, Foreman cominciò ad apparire stanco. Il volto era tumefatto dai rapidi pugni diretti e incrociati di Ali, e Foreman appariva sempre più lento e provato. Foreman all'inizio del quarto round cominciò a barcollare dopo una raffica di colpi subiti, e ancora alla fine del quinto round subì una scarica che lo rese incerto sulle gambe nonostante sembrasse che si fosse ripreso in quel round.
Al sesto round Foreman appariva molto stanco. Ali continuò a provocare l'avversario, con frasi come: «è questo tutto quello che sai fare?», «mi hanno detto che sai dare pugni, George!» o «mi hanno detto che potevi colpire come Joe Louis».
All'ottavo round, Ali assestò il colpo finale, un gancio sinistro che alzò la testa di Foreman abbastanza per permettergli di tirare un micidiale diretto al viso.
Foreman si immobilizzò, barcollò attraverso mezzo ring e infine si accasciò a terra di schiena. Foreman si alzò quando l'arbitrò Zack Clayton arrivò a "9", secondo quanto affermato da Bert Sugar della ESPN Classics e secondo quanto compare dalle pellicole dell'incontro, ma l'arbitro terminò il conteggio fino al "10". Foreman in seguito affermò che la ragione per cui ci volle così tanto tempo per alzarsi era legata al fatto che stava aspettando un segnale dal suo allenatore, che arrivò troppo tardi.
L'incontro è considerato una delle più grandi dimostrazioni di strategia e di esecuzione tecnica mai viste in uno scontro di pesi massimi.
Ali, secondo quanto riferisce nella sua biografia "The Greatest" scritta in collaborazione con Richard Durham, comprese all'inizio dell'incontro che avrebbe potuto smorzare la potenza del campione ammortizzando i suoi pugni mentre era alle corde, giungendo così a superare i primi furiosi round, soprattutto il terzo, che sino ad allora nessun avversario di "Big George" Foreman era riuscito a superare.
Lo scontro mise in evidenza la grande capacità di incassatore di Ali e segnò un drastico cambio nello stile di combattimento del pugile: la precedente agilità impareggiabile e la grande mobilità vennero sostituite dalla tattica più passiva del "rope-a-dope".
Nell'incontro Ali mise in mostra una resistenza fisica mai vista, resistendo alle centinaia di colpi di Foreman, di cui molti a segno nella zona dei reni e alla testa, senza apparente effetto.

Foreman accusò gli allenatori di Ali di aver allentato le corde per favorire il loro campione; in seguito chiese scusa per questi ed altri commenti del dopo-incontro.
Foreman accampò anche numerose scuse nel corso degli anni per spiegare la sconfitta, arrivando ad affermare nella sua autobiografia God in My Corner di essere stato indebolito da una droga messa nell'acqua che "sapeva di medicina".
Solo molti anni dopo, e in seguito ad un radicale cambiamento del suo stile e della sua concezione di vita, egli riuscì ad ammettere che "almeno per quella serata, Alì era stato l'atleta migliore".
Foreman e Ali divennero amici dopo lo scontro. Alla consegna dei Premi Oscar dove Ali venne premiato per When We Were Kings, un documentario sull'incontro in Zaire, il campione ebbe difficoltà a salire sul palco per via della malattia di Parkinson. Venne aiutato a salire i gradini da Foreman.

CURIOSITÀ
In Italia l'incontro fu trasmesso in diretta da Tele Capodistria. Il match fu disputato mentre in Italia era notte inoltrata e la Rai, che all'epoca interrompeva le trasmissioni alle 22:45 per le norme legate all'austerity, poté trasmetterlo solamente la sera successiva.
VIDEO OF THE JOINT MEETING
INTERDISCIPLINARY MEETING in English
RAI sintesi e commento in italiano
✍️Ervin A.V. • ✍️Angy V.
(22 MARZO 2025)